Da Cartesio all’Eco Generative Architecture

Se ne è discusso, il primo dicembre u.s. presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna nel corso del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sull’Architettura Temporanea”. Il “temporaneo” è il luogo privilegiato della sperimentazione: la grande tradizione del secolo scorso dalle Triennali di Milano, a Venezia e in molte altre realtà espositive italiane ne è stata la scuola riconosciuta in tutto il mondo.

 

Siamo ad un bivio sociale e culturale. Per millenni l’architettura è stata quella cartesiana che ha prodotto opere meravigliose, indimenticabili ed indimenticate. L’architettura appartiene ed apparteneva quasi esclusivamente alla grande onda culturale della Storia. Oggi siamo all’interno di una nuova consapevolezza, l’appartenenza ad un’altra onda, quella più lunga della Natura, che proprio per questo motivo può non essere percepita ma esiste e sta già producendo i suoi effetti. Dall’Eco Generative Architecture, che parte dall’analisi al microscopio elettronico di flora e fauna, si estraggono i principi geometrici e organizzativi per una nuova architettura, creando algoritmi generativi che permettono la reperibilità di strutture sempre uguali ma sempre diverse perché declinate in modo naturale” come le foglie di uno stesso albero: uguali ma una diversa dall’altra.

In foto stelo di banano al microscopio e alga Diatomea tratte dal libro: Raffaella Laezza, “Codici del temporaneo, Manifesto di architettura” LetteraVentidue Edizioni